Appuntamento fatale by James Patterson & David Ellis

Appuntamento fatale by James Patterson & David Ellis

autore:James Patterson & David Ellis [Patterson, James & Ellis, David]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Tre60
pubblicato: 2024-06-25T22:00:00+00:00


66

Le mie compagne di cella mi trattavano in parte come una celebrità, e in parte come una reietta, un’intoccabile. Ignoravano quasi la mia presenza, tanto che pensai fosse una specie di rito di iniziazione per le nuove arrivate. Solo la bionda parlava con me, e sospettavo che fosse l’unica a conoscere un po’ l’inglese.

Si chiamava Linette. Era in prigione da più di tre anni, dopo il terzo reato, per scontare una condanna di cinque per furto d’auto. Aveva occhi azzurro pallido e un viso giovanile, anche se la pelle era rovinata e il naso storto.

Ero seduta con lei sulla branda inferiore, aveva tolto i due materassi in più per farmi posto. Aprì una grande scatola di plastica con sopra scritto un lungo numero, e mi offrì dei biscotti da un barattolo di latta. Ne mangiai un paio. Erano secchi e stantii, ma comunque cibo. Non avevo cenato. E nemmeno pranzato. Il mio stomaco ululava dalla fame.

«Non dire alle altre che ti ho dato del cibo» disse Linette.

«Perché no?»

Lei rimase in silenzio per un po’. Sembrava a disagio sulla risposta. «Non dirlo e basta.»

Linette era l’unica ad avermi trattata come un essere umano qui dentro, così decisi di non insistere.

Lei guardò il mio abbigliamento alla moda, il camice e i pantaloni sottili. «Questi vestiti sono per... les pauvres.»

I poveri. Si riferiva alle detenute indigenti che non potevano permettersi di comprare vestiti. Non rientravo in quella categoria. Ero testarda e ingenua, ma non povera.

«Ah, hai... discusso? Con le guardie. Meglio non farlo.»

«Extinction des feux dans dix minutes!» Dall’altoparlante accanto alla porta della cella, la voce della guardia gracchiò che avrebbero spento le luci nel giro di dieci minuti. Guardai il mio orologio. Erano le otto meno dieci.

Riflettei di nuovo sulla disposizione per la notte. Sette di noi, quattro posti letto. Due materassi in più a terra. Dovevo essere io l’esclusa.

Linette si alzò e sfilò la coperta dalla sua branda in alto, poi la posò a terra nel cantuccio non occupato dai due materassi, infine vi posò sopra il mio lenzuolo. A quanto pareva, avrei usato la mia coperta per coprirmi.

«Non discutere... con le guardie» ripeté.

«Domani è un altro giorno.»

Le luci si spensero, lasciandoci nel buio.

«Non parlo di domani... ma di stasera» sussurrò Linette.



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